Mattinata di festa, ieri, a Castelraimondo per l’inaugurazione di “Habitus”, nuovo allestimento del museo nazionale del folclore negli spazi di via Della Croce numero 6. Un momento importante e simbolico per la città e le sue tradizioni, con il locale gruppo folcloristico protagonista di un progetto nazionale di ampio respiro e che coinvolge tantissime istituzioni.
Proprio per parlare di questi temi e anticipare il taglio del nastro, si è tenuto un incontro presso l’aula magna dell’Istituto Comprensivo Nazzareno Strampelli con tutti gli attori coinvolti in questo percorso partito nel lontano 2009, quando la F.A.F.It. (Federazione Associazioni Folkloriche Italiane) sperimentò un primo allestimento a Castelraimondo, purtroppo chiuso nel 2016 a causa degli eventi sismici.
Hanno portato il loro contributo, coordinati da Daniele Parbuono, dell’Università di Perugia e presidente del collegio scientifico federale di F.A.F.It, il sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli, il consigliere regionale Renzo Marinelli, il direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura Leandro Ventura, il presidente federale F.A.F.It Angelomaria Primiano e il presidente del gruppo folcloristico di Castelraimondo Luca Barbini.
A seguire sono intervenuti Cinzia Marchesini dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Alessandra Sbroccolini della Sapienza Università di Roma e presidente SIMBDEA, Raimondo Orsetti direttore del dipartimento di sviluppo economico della Regione Marche (che ha lanciato la sfida della creazione di un centro di documentazione regionale in materia proprio a Castelraimondo) e l’assessore alla Cultura del Comune di Castelraimondo Elisabetta Torregiani. «La giornata di oggi è solo un punto di partenza, ora bisogna iniziare a lavorare veramente valorizzando quanto fatto fino a qui – ha spiegato proprio l’assessore Torregiani -. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che abbiamo un importante museo nazionale nella nostra città. Oltre alla consapevolezza dobbiamo intraprendere un percorso di digitalizzazione in collaborazione con l’Università di Camerino e pensare all’ampliamento dei locali.
Stiamo valutando di comprare altri spazi per poter dare ancora maggior valore a questo progetto, a partire dall’idea di internazionalizzazione del museo che ci piace moltissimo». Durante gli interventi è stata ripercorsa la storia del museo e i vari progetti, a partire dalle collaborazioni istituzionali con ministero e università italiane.
L’obiettivo ora è quello di avviare nuova fase di ricerca e ampliare, appunto, gli spazi. Il museo, infatti, non va considerato solo come un luogo in cui si depositano gli oggetti, ma un punto strategico in cui si progetta il futuro attraverso il riutilizzo della memoria.